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LA MORTE DI SIMON FUGE - ARNOLD BENNETT
I
Fu in treno che seppi della sua morte. Benché avido
divoratore di libri, mi piace leggere solo quando ho poco tempo a disposizione.
Datemi tre ore di assoluto tempo libero, senza niente da fare se non leggere, e
subito divento quasi incapace di farlo. È sempre così nei viaggi in treno, e
così era quella sera. Ero nel mezzo della Escursione di Wordsworth; me la
mangiavo letteralmente con gli occhi, chiedendomi perché avrei dovuto
permettere alla semplice diceria che era noioso di impedirmi di terminarlo tempo
prima. Ma pensate che fui capace di continuare con Wordsworth in treno? No.
Guardavo fuori dal finestrino; calcolai la velocità del treno con il mio
orologio; pensai al mio futuro e al mio passato; evocai le mie speranze, le
analizzai, diedi loro una ripulita, e le rimisi a posto; perdonai i miei stessi
peccati; e sognai l'eccitante conquista di una donna bella e brillante che
avrei dovuto un giorno ottenere. Insomma, feci tutto quelli che gli uomini
normalmente fanno in tali circostanze. Sul sedile accanto al mio c'era una
copia ripiegata della Gazette: uno dei due quotidiani serali di Londra che un
uomo di gusto può sfogliare senza avvilirsi. Che boccone appetitoso, questo
foglio nuovo e fresco di stampa, questo foglio scritto da una piccola banda di uomini
ironici e perspicaci per appena un migliaio di persone come me,
inflessibilmente sprezzanti nei confronti delle grandi tirature e degli idoli
della gente! Se la Gazette e il suo
unico rivale smettessero di uscire, Credo davvero che la mia esistenza e molte
simili esistenze assumerebbero un colore differente. Potrebbe qualcuno cenare
da solo a Jermyn Street o a Panton Street senza questo sofisticato e pungente
commento serale sui giornali di massa del mattino? (Ora capite che tipo di uomo
sono io, e vi fate l'idea, corretta, che ho un'età compresa tra i trenta e i
quaranta.) Ma il treno si era fermato a Rugby ed era ripartito, e più di metà
del viaggio si era compiuto, prima che finalmente presi la Gazette, e la aprii
con la finta calma di un ubriaco che ha giurato che non si sarebbe bagnato le
labbra prima di una certa ora. Perché, ben sapendo per esperienza che in treno
soffro di noia mortale, comprando la Gazette a Euston, mi ero riproposto di non
dare neanche un'occhiata fino a dopo Rugby; è sempre l'ora conclusiva di questi
viaggi in treno a essere un autentico inferno.
La seconda cosa che vidi nella Gazette (la prima
furono naturalmente gli 'Entremets', rubrica di spirito, comicità e parodie,
molto discontinuo nella sua eccellenza) fu la morte di Simon Fuge. C'era quasi
una colonna, firmata con le iniziali, e il sottotitolo dell'articolo diceva,
'Morte improvvisa di un grande pittore'. Questo era tipico della Gazette. Che
Simon Fuge fosse di sicuro un grande pittore ora è accettato dalla maggior parte
degli appassionati, anche se alcuni lo negano. Ma per il grande pubblico non
era uno dei pochi grandi nomi. Per il grande pubblico era solo un nome di media
importanza. Dieci a uno che parlando di lui a una persona comune uno si sarebbe
sentito costretto ad aggiungere: 'Sapete, il pittore', e la persona comune
avrebbe risposto: 'Ah, sì, fingendo di conoscere perfettamente quel nome. Simon
Fuge aveva molti amici nella stampa, e fu solo grazie alla fedeltà di questi
amici nel campo dei necrologi che il grande pubblico sentì parlare di Simon
Fuge nella settimana successiva alla sua morte più di quanto non ne aveva
sentito parlare durante i trentacinque anni della sua vita. Ci si poteva
chiedere: Perché, se aveva avuto amici così numerosi e fedeli nella stampa,
questi amici non avevano operato per consolidare la sua reputazione prima della
morte? La risposta è che i direttori dei giornali non permettono ai giornalisti
di elogiare un artista vivente troppo al di là della stima che il pubblico
nutre nei suoi confronti; sono timorosi. Invece quando un artista non compreso
è morto i direttori non mettono limiti alle sue lodi. Io non lavoro nella
stampa, ma è un fatto che conosco quel mondo.
Di tutti i necrologi su Simon Fuge, quello della
Gazette fu il primo. In qualche modo la Gazette aveva ottenuto l'esclusiva del
piccolo evento, e qualcuno ai vertice della Gazette aveva un'opinione
assolutamente molto entusiasta di Fuge, e doveva averlo conosciuto
personalmente. Fuge ricevette i meritati riconoscimenti come pittore in quella
colonna di stampa. Fu paragonato a Sorolla y Bastida per vitalità; la
delicatezza dei suoi incarnati fu definito insuperato persino da - ho
dimenticato il nome, la pittura non è il mio forte. L'articolista chiedeva
pacatamente perché esemplari dell'opera di Fuge potevano essere visti in
Lussemburgo, a Vienna, a Firenze, a Dresda; e non, per esempio, alla Tate
Gallery, o nella collezione Chantrey. L'articolista si chiedeva con uguale
pacatezza, perché un pittore che era stato nel comitato di selezione della
Società Nazionale delle Belle Arti di Parigi non doveva essere considerato
meritevole di essere neppure associato della Accademia Reale di Londra.
Insomma, la vecchia Inghilterra si era presa una tirata d'orecchie, come
capitava nella maggior parte delle sere da qualche parte sulle colonne della
Gazette. Fuge ricevette anche i meritati riconoscimenti come uomo. E la Gazette
non nascose che lui non era stato un uomo in simpatia con il pubblico
britannico. Era stato troppo romanticamente e intensamente vivo per questo.
L'articolista tracciò un suo breve ritratto. Era fatto molto bene nel ricordare
i suoi peculiari modi di fare, gli indimenticabili occhi e la sorprendente
capacità di parlare di se stesso e attrarre realmente l'attenzione di tutti su
di lui. C'era un riferimento particolare
a una delle storie più avvincenti di Fuge - il racconto di una notte passata in
barca sul lago di Ham con due splendite ragazze, sorelle, originarie delle
Cinque Città, dove Fuge era nato. Il necrologista diceva: 'Quelle due
meravigliose creature che ebbero una parte così importante nella vita di Simon
Fuge.'
Quella morte per me fu un colpo. Mi fece passare la
noia per il resto del viaggio. Anche io avevo conosciuto Simon Fuge. Cioè, lo
incontrai una volta, a una festa, e in quella unica occasione, caso volle che
lui concedesse alla compagnia l'onore di raccontare quella stessa storia della
quale parlava il collaboratore della Gazette. Ricordavo bene lo scintillante
bagliore dei suoi occhi blu scuri, la toccante convinzione che tutti noi
fossimo necessariamente interessati alla sue avventure, e il modo assai
espressivo e convincente di rievocare per noi la scena notturna sul lago di Ham
- le due sorelle, la barca, il fruscio degli alberi, la luce sulla riva, e la
sua stessa difficoltà nel maneggiare i remi, uno dei quali perse per mezz'ora e
poi ritrovò. Fu grazie a tali
dettagli come quello del remo che, con una punta di ironia, lui aggiungeva
realismo al tono romantico dei suoi racconti. Sembrava non avere reticenze su
ciò che lo riguardava. Senza dubbio
faceva in modo che le cose fossero comprese...! Sì, era una figura romantica,
la figura di uno per il quale ogni giorno, e ogni ora del giorno, era colorato
dalla sua violenta passione per la vita. I suoi quadri avevano spesso una
bellezza sovrannaturale, ma per lui non erano altro che fedeli riproduzioni di
ciò che vedeva.
Il mio pensiero si soffermò su quelle due stupende
ragazze. Quelle due stupende ragazze mi colpirono più di qualsiasi altra cosa
nel necrologio della Gazette. Sicuramente - Simon Fuge era stato evidentemente
un uomo la cui sensibilità emotiva e irruenza virile devono avergli aperto la
strada verso una moltitudine di amori - ma sicuramente non si era reso indispensabile per entrambe
le sorelle contemporaneamente. E' certo anche che fino a quel momento non si
era dimenticato che il lago di Ham era nel mezzo di paese chiamato Inghilterra,
e non era il laghetto ornamentale del Bois de Boulogne. E però... La deliziosa possibilità di
inconfessabili peccati da parte di Simon Fuge, tenne occupata la mia mente fino
a che il treno non arrivò a Knype e io scesi.
Ciononostante, credo di essere un inglese serio e piuttosto insulare. E'
davvero sorprendente come una persona seria possa essere ossessionata da inezie
che, per non esprimersi volgarmente, non meritano prolungata attenzione
Mi domandai dove fosse
il lago di Ham. Sapevo solo che si trovava da qualche parte nei dintorni delle
Cinque Città. Ciò che mise carburante sul fuoco del mio interesse sulla vita
privata del pittore morto era la coincidenza leggermente curiosa che la sera
nella notizia della sua morte fossi in viaggio verso le Cinque Città - e per la
prima volta in vita mia. Ero a lì a Knype, che, come avevo appreso da Bradshaw,
e dal mio conoscente Brindley, era il centro commerciale delle Cinque Città.
II
La mia conoscenza dei distretti industriali era nulla.
Nato nel Devonshire, laureato a Cambridge, e avendo compiuto il mio destino
come responsabile di un certo dipartimento di antichità al British Museum, non
ero mai stato messo in contatto con le numerose attività manifatturiere del
Lancashire, dello Yorkshire e dello Staffordshire. C'ero stato solo di
passaggio occasionalmente quando andavo in Scozia, provando disgusto per
l'inevitabile sporcizia con il disprezzo forse troppo facile di inglese del sud
dalla faccia pulita, che facilmente dimentica che il carbone non può venire
fuori dalle miniere da solo, e che il lavabo nel quali lava la sua bella
purezza può essere fabbricato solo in condizioni estremamente ripugnanti. Bene, l'impressione che ebbi appena sceso dal
treno alla stazione di Knype fu sfavorevole. C'era sporcizia nell'aria; la
sentii subito sulla pelle. E lo scenario era squallido, indecoroso e
incolto. Uso la parola 'incolto' in
tutti i suoi significati. Ciò che vidi era una folla di gente che spingeva,
vociante, mal vestita e determinata, ciascun membro della quale era
intenzionato a soddisfare i propri appetiti senza tanti complimenti. Se un elemento di questa massa voleva
superarmi, mi faceva subito capire le sue intenzioni facendomi cambiare
bruscamente posizione di diversi metri; non era possibile fraintenderlo. Non avevo prima messo occhi su tanta forza
bruta e palese istinto di sopravvivenza. In verità, mi sentivo come una parte
molto fragile e delicata di un ingranaggio intellettuale nel mezzo di tutte
queste manifestazioni fisiche. Eppure sono un uomo piuttosto alto, e questi
vasai mi sembravano più bassi del normale, e anche un po' magri! Ma che gomiti!
Che occhi carichi di cupo egoismo! Quale terribile risolutezza in atto!
'Allora, salga se sta partendo!" disse secco un
inserviente con i capelli rossi.
'Non sto partendo. 'Sono appena sceso,' replicai.
'beh, allora, perché non si sposta un poco e fa
passare a chi deve partire?'
Incapace di dare una risposta adeguata a quella pressante
richiesta, mi feci da parte. Alla luce della successiva esperienza ora posso
dire che quell'inserviente fosse un inserviente molto affabile e socievole. Ma
sul momento davvero credetti che, considerandomi la meno incantevole e
necessaria tra le creature di Dio, volesse farmi sapere la sua opinione per il
mio stesso bene. Alzai lo sguardo verso le finestre illuminate del treno, e
vidi i volti composti e indifferenti di persone di aspetto altero dirette da
Londra a Manchester, e per le quali le Cinque Città non erano altro che un
ritardo. Li invidiavo. Volevo ritornare a riparo del treno. Quando andai via,
pesnai che si era spezzato il mio ultimo legame con la civiltà. Poi un altro
treno entrò sbuffando in stazione, e fu semplicemente preso d'assalto nel giro
di pochi secondi, tra le incomprensibili urla di inservienti affabili e
socievoli. Gli abbonati di Finsbury Park
credono di sapere come impossessarsi di un treno; si sbagliano. Così è da lì
che veniva Simon Fuge (riflettevo)! Ma pensa il diavolo (riflettevo)! Provai a
immaginare i commenti che avrebbero fatto gli assalitori del treno davanti a
uno dei quadri di Simon Fuge. Solo una parola mi venne in mente, ed era un
monosillabo, che potesse esprimere ciò che provavano. E la sua avventura, le sue
piccole trasgressioni notturne in gondola con deliziose odalische gemelle! Non pareva esserci troppo spazio per amori
sofisticati nelle vite di quegli assalitori. E la sua morte! Cosa direbbero
della sua morte? Dentro di me, mentre ero lì su quella banchina sporca,
circondato da cartelloni pubblicitari di saponi, stivali e lassativi, cominciai
a pensare che Simon Fuge non fosse mai vissuto, che fosse semplicemente il
frutto dell'immaginazione dei suoi amici e del suo ridotto pubblico. Tutto ciò
che vidi attorno a me era una violenta negazione di Simon Fuge, quell'essere
dalla sensibilità rara, raffinata ed esotica, quell'intenditore dei sensi
completamente matto, quell'esotico visionario della bellezza.
Scorsi il mio conoscente e ospite, Mr Robert Brindley,
venire verso di me sulla banchina. Fino ad allora lo avevo soltanto incontrato
a Londra, quando, come presidente del comitato di gestione dell'Istituto
Wedgwood e della Scuola d'Arte di Bursley, era venuto da me al British Museum
per avere consigli su come dare in prestito opere da esposizione. Allora era vestito come un turista di tutto
rispetto. In quel momento, benché fosse architetto di professione, sembrava
preoccupato di essere scambiato per un accompagnatore di signore. Indossava dei
knickerbockers molto abbondanti, dei gambali e un cappello. Questo
abbigliamento era evidentemente l'uniforme convenzionale delle classi agiate
nelle Cinque Città; perché nella la folla avevo notato diversi tipi del genere
che erano consapevoli di distinguersi tra gli artigiani. Mr Bribdley, come quasi tutti nella
stazione, dava l'impressione di essere un po' intorpidito dal freddo e
intirizzito, come se quella mattina avesse distrattamente tralasciato di
indossare quegli indumenti che non si vedono.
Aveva anche, come quasi tutti in quel luogo, ma non nella stessa misura,
lo sguardo un po' sospettoso e attento ai più piccoli movimenti di chi direbbe:
'Se qualcuno crede di ingannarmi e portarmi via ciò che ho di valore, che ci
provi - ecco tutto.' Ma appena il suo sguardo incrociò il mio,
quell'espressione svanì dalla sua faccia, e mi fece un sincero sorriso.
'Spero che lei stia bene,' disse serioso, stringendo
la mia mano con una specie di pinza che portava all'estremità del braccio
destro.
Lo rassicurai.
'Oh, va tutto bene,' disse lui, in risposta alla mia
manifestazione di speranze.
Fu un sollievo vederlo. Mi prese in carico. Sentivo di
essere al sicuro, come si suol dire, nelle sue mani. Mi resi conto che, senza
una guida e una protezione, non sarei mai riuscito a raggiungere Bursley da
Knype.
Sentimmo il suono di un fischio.
'È meglio salire a bordo,' suggerì; e poi con tono
assolutamente imperioso: 'Mi dia la valigia.'
Obbedii. Aprì la porta di una carrozza di prima
classe.
'Io viaggio in seconda', precisai.
'Non importa. Salga.'
Aveva toni di gentile esasperazione.
Salii a bordo; lui mi seguì. Il treno si mosse.
'Ah!' Mr Brindley fece un gran respiro e accasciandosi
come un sacco di carbone su un sedile in un angolo. Era un uomo magro, sui
trenta anni, occhi castani e una corta barba bionda.
La conversazione all'inizio fu difficile.
Personalmente non sono una sorgente effervescente di amene sciocchezze quando
mi ritrovo da solo con un parziale sconosciuto.
Il mio ponte levatoio si solleva come per magia, l'uscita di sicurezza
si chiude, e guardo prudentemente attraverso le strette feritoie della torretta
di avvistamento per valutare le possibilità di pericolo. Nè Mr Brindley era
fastidiosamente affabile. Comunque, tentammo di avviare una forma di
conversazione. Ero venuto nelle Cinque Città, per conto del British Museum, per
ispezionare e valutare, in vista di un acquisto da parte dello Stato, dei
grandi piatti decorati a smalto,
eccessivamente elaborati guardano le fotografie, che erano stati
scoperti nei sotterranei del Circolo dei Conservatori di Bursley. Mr Brindley,
che aveva partecipato alle trattative per la mia visita, mi aveva invitato a
passare la notte a casa sua. Potemmo parlare di tutto questo. E dopo aver
parlato di tutto questo potemmo parlare del particolare scenario di polvere di
carbone, fiamme e vapore, attraverso il quale il treno si snodava. Era un
mostruoso squallore, ma era un mostruoso squallore su scala così vasta e così
invasivo da diventare sublime. Grandi fornaci emettevano bagliori rossi al
crepuscolo, e le fiamme erano riflesse in orrendi canali scuri; continue
emissioni di denso vapore si diffondevano in tutte le direzioni nel cielo, su
quanti acri di edifici rossicci squallidi e desolati. L'aria era carica dei suoi più inauditi,
bizzarri e assordanti. Non credo che qualcuno mai riuscirà a descrivere le
Cinque Città. Dante è vissuto troppo prima. Per quanto riguarda Simon Fuge,
genio imprevedibile e magistrale, e le sue odalische stese su cuscini di seta
sull'incantevole superfice di un lago -
non riuscivo più a immaginarmeli neppure vagamente.
'Lei sa, suppongo, che è morto Simon Fuge?"
domandai in un momento di pausa.
'No! Veramente?' disse Mr Brindley, interessato. 'È
sul giornale?'
Sembrava non dare per scontato che fosse sul giornale.
'Ecco qui', dissi io, e gli passai la Gazette.
'Ahi!' esclamò di botto. Questo 'Ahi!' era
completamente diverso dal suo 'Ah!' Qualcosa sfrecciò nei suoi occhi, qualcosa
di incredibilmente veloce - troppo veloce per essere un battito d'occhi; eppure
si poteva definire solo un battito di occhi. È la forma di comunicazione non
verbale più impercettibile che uno uomo, che io sappia, abbia mai realizzato, e
ciò mi avvicinò a Mr Brindley. Ma non ne seppi il significato.
'Cosa pensano qui di Fuge?' chiesi.
'Non mi aspetto che pensino a lui,' disse il ospite.
Cacciò dalla tasca un sacchetto e un astuccio di
cartine per sigarette.
'Ho il mio,' feci per offrire, tirando fuori
precipitosamente l'astuccio.
Lui non rivolse neppure uno sguardo al suo contenuto.
'No, grazie,' disse bruscamente.
Gli dissi la marca.
'Mio caro signore', disse, ritornando alla sua gentile
esasperazione, 'nessuna sigaretta che non sia fatta sul momento può essere
chiamata sigaretta.' Riconobbi che aveva ragione. 'Può spendere quello che
vuole, ma non potrà mai avere sigarette buone come quelle che posso ricavare
con trenta grammi di tabacco fresco della B.V.D. Sa rollarne una?' Dovetti
ammettere di non saperlo fare, io che a Bloomsbury ero considerato un'autorità
nel campo delle sigarette proprio come in quello delle porcellane. 'Ne rollo
una io, lei ci provi.'
Lo feci.
La solennità dei suoi gesti mi fece capire quanto
contassero le sigarette nella vita di Mr Brindley. Non poteva non prendere sul
serio le sigarette. La cosa peggiore era che aveva in buona misura ragione. La
sigaretta che aveva preparato per me con il suo pessimo tabacco della B.V.D.
era squisita, e da allora mi faccio io stesso le mie sigarette. Se oggi trovate
il tabacco della B.D.V. in tutti i locali frequentati da noi del Museo è grazie
solo alla competenza di Mr Brindley. Un uomo straordinariamente capace e
concreto! SAPEVA, e sapeva di sapere.
Non disse più niente a proposito di Simon Fuge. Pareva
essersi dimenticato del decesso.
'Legge spesso la Gazette?' chiesi, forse nella
speranza di attirare di nuovo la sua attenzione su Fuge.
'No,' rispose; 'la critica musicale è troppo
degenerata.'
Senza volerlo feci una smorfia di indignazione. Era
sconcertante, e non era accettabile, sentir criticare in modo tanto sbrigativa il
proprio giornale preferito da un architetto di provincia in Knickerbockers e
berretto, nel mezzo di quella oscenità industriale. Cosa sanno dell'arte le Cinque Città? Eppure
c'era lì quel tipo che criticava la Gazette alla luce di argomentazioni artistiche.
Non tentai alcuna difesa, perché, ancora una volta, lui aveva ragione. Ma non
mi piacque.
'Ha mai letto il Machester Guardian?' domandò,
spostando la sfida nel mio campo.
'No.' risposi.
'Peccato!' esclamò.
'Ho sentito spesso dire che è un ottimo giornale,'
dissi io educatamente.
'Non è un ottimo giornale,' mi smontò. 'È il miglior
giornale del mondo. Faccia una prova di un mese - lo consegnano a Euston alle
otto e mezza - poi mi dirà cosa ne pensa.'
Vidi che dovevo ritrovare il controllo di me. Mi ero
addentrato nelle Cinque Città con uno stato d'animo di benevola, prudente
accondiscendenza. Mi accorsi che, per il mio onore e la mia sicurezza, era bene
assumere il più velocemente possibile un altro stato d'animo, altrimenti
rischiavo di rimanere morto sul campo. Certamente il tipo era provinciale,
spiccio, persino brutale con la sua mancanza di tatto. Certamente
sopravvalutava l'importanza delle sigarette nel grande progetto secolare
dell'evoluzione. Ma era un uomo; era una forte dose di stimolante. Pensavo che
sarebbe stato meno rischioso ipotizzare che sapesse tutto, e che il British
Museum sapesse molto poco. Eppure al British Museum era stato piuttosto
diverso, piuttosto deferenziale e alquanto timido. Continuava a piacermi. Mi
paicevano i suoi occhi.
Il treno si fermò in una strana stazione posta al
centro di un deserto ondulato la cui superfice consisteva di vasi rotti e cenere. Non mi aspetto che qualcuno creda a
questo.
'Eccoci qui,' lui disse contento. 'No, mi dia la
valigia. Facchino!'
I suoi richiami a quel
facchino solitario furono come un fragore di tuono.
III
Viveva in una casa bassa di color cremisi scuro dai
massicci cornicioni all'angolo di una strada lungo la quale le carrozze
elettrice sferragliavano rumorosamente. C'era una sottile poltiglia di fango
sui marciapiedi e circa tre centimetri di fango sulla carreggiata, fango denso,
sostanzioso come inchiostro di china concentrato. L'idea di trascinare un chilo
o quasi di quell'insolito fango dentro la casa di gente civile mi spaventava,
ma Mr Brindley aprì la porta con le chiavi ed entrò in casa senza farsi problemi
come se qualche bella penitente gli avesse pulito i piedi con le sue
trecce.
'Non ti preoccupare troppo dello sporco,' disse. 'Si
trova a Bursley.'
La casa sembra molto più grande dentro che fuori. Un
(fornello a gas) bruciava all'ingresso, e pesanti e lugubri tende erano
l'ingombrante e misterioso indizio della presenza di camere. Sentivo, in
lontananza, il rumore di frittura sul fuoco, e di un bambino che piangeva. Poi
una donna alta, impettita, ben fatta, dinamica apparve da dietro una tenda come
per magia.
'Come va, Mr Loring?' mi venne incontro con un
sorriso. 'Felice di conoscerla.'
'Mia moglie,' spiegò Mr Brindley serioso.
'Ormai, posso dirtelo ora, Bob,' disse lei, ancora
sorridendomi. 'Bobbie ha il mal di gola e forse ha gli orecchioni; il comignolo
è andato a fuoco e ci faranno causa per i danni; e tu mi devi sei pence.
'Perché ti devo sei pence?'
'Perché Annie ha partorito ed è una bambina.'
'Allora sì. La cena è pronta?'
'La cena ti aspetta.'
Rise. 'Quando ho qualcosa da dire a mio marito, glielo
dico sempre tutto in una VOLTA!' disse. 'Non importa chi c'è.' Pronunciò
'volta' con uno spontaneo entusiasmo per il suo suono vocalico che non avevo
mai sentito eguagliato altrove, e anche con 'v' inziale molto amplificata. Spesso quando sento la parola 'volta'
pronunciata in parti meno DOWNRIGHT del mondo, mi ritorna alla mente come la
pronunciano nelle Cinque Città, e si apre davanti a me un'immagine intera del
distretto, la sua atmosfera, il suo spirito.
Mr Brindley mi accompagnò in un grande bagno che aveva
un vago odore di lino caldo. Oltre a un sacco di vestitini bianchi di vario
tipo per bambini c'era una quantità enorme di asciugamani in quel bagno. Girò
la manopola di un rubinetto e il posto si riempì subito di vapore da un getto di
acqua bollente.
'Ora, dunque,' disse, 'può iniziare.'
Poichè non mostrava alcuna intenzione di lasciarmi
solo, iniziai. 'Faccia attenzione a non scottarsi,' mi avvisò, 'quell'acqua è
CALDA.' Mentre mi lavavo, lui si preparò per lavarsi. Improvvisamente provai la
sensazione di essere suo amico intimo e di sua moglie da dieci anni.
'Così questa è Bursley!' mormorai, allontanando la
bocca da un'asciugamani.
'Bosley, è così che la chiamiamo,' disse. 'Conosce la
filastrocca -"C'è una giovane donna di Bosley"?'
'No.'
Recitò la filastrocca del posto. Era eccezionale; non
adatta per una comitiva mista, ma un autentico spasso per il vero amatore. Una
bella filastrocca ne merita un'altra. Il caso voleva che conoscessi diverse
filastrocche mai pubblicate di Rossetti, roba di valore, per niente facili da
trovare. Le descrissi a Mr Brindley, e non esagero se dico che rimase
impressionato. Recuperai tutto il terreno che avevo perduto con le sigarette e
i giornali. Apprezzò quelle filastrocche mostrando un gusto impeccabile, più di
quello che mi sarei aspettato. Così, dopo, anche i suoi amici. È mia
convinzione che oggi sono consociuto e stimato a Bursley, non come Loring
l'esperto di porcellana del British Museum, ma come l'uomo che per primo, per
così dire, portò la buona notizia delle filastrocche di Rossetti da Gend a Aix.
'Allora, Bob,'
arrivò un strillo femmineo dal piano terra, una voce benevola, 'devo
portarvi la zuppa nel bagno o state scendendo?'
Per una filastrocca un uomo dimentica anche la cena.
Negli occhi di Mr Brindley si manifestò ancora una
volta quel qualcosa che era, non un battito d'occhi, ma un battito d'occhi di
ineffabile finezza e spiritualità.
Questa volta ne compresi il senso. Il senso era che le donne sono donne.
Andammo giù, Mr Brindley ancora con i suoi
knickerbockers.
'Da questa parte,', disse, spostando una portiera. Mrs
Brindley, quando entrammo nella stanza, girava con un bambino in braccio
attorno a un tavolo carico di ogni cosa commestibile e non commestibile. Passò
il figlio, che era vestito per la note, a una donna di servizio.
'Dici buona notte a papà.'
'Buona noe, papo,' balbettò l'interessante creatura.
'Ciao, piccino mio,' disse il padre, chinandosi per
fargli il solletico. 'Suppongo,' aggiunse, quando il piccolo e la donna di servizio
se ne erano andati, 'se uno si prende gli orecchioni, a quel punto vale la pena
che se li prendono tutti quanti.
'Oh, naturalmente,' concordò ridendo la madre. 'Li
chiuderò tutti in una stanza.'
'Quanti figli avete?' incuriosito, chiesi educatamente.
'Tre,' disse lei; 'quello che ha visto è il più
grande.'
Ciò che soprattutto mi colpì di Mrs Brindley era la
sua aria pacata di persona che ci sa fare, che è sicura si sè, ampiamente
giustificata dall'esperienza. Vedevo che
doveva essere una madre estremamente sensibile. E però c'era anche dell'altro -
come spiegare? - come se avesse avuto solo figli nel tempo libero.
Ci sedemmo. La stanza era illuminata da quattro
candele, sul tavolo. Non ci vedo bene, e così non notai subito che c'erano dei
bassi scaffali di libri tutto intorno alle pareti. Non so perché, ma la
presenza di quegli scaffali suscitò in me un certo stupore. Pensai alla
stazione di Knype, e lo scenario, e poi l'altra piccola stazione, e il deserto
di vasi e cenere, e il fango sulla strada e sul marciapiedi e nell'ingresso, e
il lino per neonati nel bagno, e tre figli tutti a letto con gli orecchioni, e
il berretto di Mr Brindley e i knickerbockers e le sigarette; e non so come ma
i libri - vidi subito che erano almeno un migliaio, e per giunta, non libri
presi in prestito in biblioteca, ma LIBRI - ebbene, i libri mi procurarono un
piccolo shock.
Alla destra di Mr Bridley c'era una bottiglia di Bass
e un cavatappi.
'Birra!' esclamò, con esultanza di maniera, con
un'esultanza ostentata e affettata. E, tirando il cavatappo, riempì un
bicchiere, con mirabile abilità nel controllare la schiuma, e lo spinse versi
di me.
'No, grazie,' dissi io.
'No birra!' borbottò con sdegno bonario e perplesso.
whisky?'
'No, grazie,' dissi. 'Acqua'.
'So Io cosa desidera Mr Loring,' disse Mrs
Brindley, balzando in piedi. 'Io SO cosa Mr Loring desidera.' Aprì un
armadietto e tornò a tavola con una bottiglia, che mise davanti a me. 'Non è
vero, Mr Loring?'
Era una bottiglia di Mercurey, un vino che è stato la
causa di molti terribili risvegli all'alba, ma che non ho mai saputo come
rifiutare.
'Certo,' ammisi; ''ma mi fa male.'
«Sciocchezze!» disse lei. Guardò trionfante suo
marito.
"Birra!" ripeté Mr Brindley con intatta
esultanza, e bevve circa due terzi di un bicchiere con un sol sorso. Poi si
asciugò la schiuma dai baffi. 'Ah!' esalò un respiro corto e morbido.
"Birra!"
Chiamavano il pasto cena. Il termine è inadeguato.
Nessun termine che mi viene in mente sarebbe adeguato. Nel suo genere fu un
cosa perfetta. Mrs Brindley sapeva che era perfetta. Mr Brindley anche sapeva
che era perfetta. C'erano gamberi in gelatina. Non so perché scelsi proprio
quel piatto, tranne che mi sembrò strano avere attraversato il deserto di vasi
e cenere per imbattermi in gamberi in gelatina. Mr Brindley mangiò più roast
beef freddo di quanto avessi mai visto nessuno mangiare prima, e più noci in
salamoia. È vero che il roast beef freddo andava al di là di ogni roast beef
freddo della mia esperienza. Mrs Brindley si lanciò soprattutto sulla zuppa
inglese, alla quale Mr Brindley non si avvicinò, preferendo il più celebre
formaggio Stilton. Persi temporaneamente contatto con la vita intellettuale. Fu
Mr Brindley che me la fece ricordare.
'Jane', disse. (Eravamo arrivati al roast beef e alle
noci).
Nessuna risposta.
'Jane!'
Mrs Brindley si girò verso di me. 'Il mio nome non è
Jane', disse, ridendo e facendo nello stesso tempo una smorfia. 'Mi chiama così
solo per darmi fastidio. Gli ho detto che non rispondo se mi chiama così, e non
lo faccio. Lui pensa che io desisto perché abbiamo "compagnia"! Ma io
non tratto lei come "compagnia", signor Loring, e mi aspetto che lei
stia dalla mia parte. Che tempo terribile, non crede?'
"Terribile!" Stetti al gioco.
'Jane!'
'Ha fatto buon viaggio per venire qui?'
'Sì, grazie.'
'Beh, allora, Mary!' Mr Brindley si arrese.
'Grazie mille, Mr Loring, per il suo gentile aiuto,'
disse la moglie. 'Sì, caro?'
Mr Brindley mi guardò oltre il suo secondo bicchiere
di birra.
'Se questi benedetti bambini si prendono gli
orecchioni,' sembrava che parlasse dentro il bicchiere, 'probabilmente questo
vuol dire il medico e il medico significa soldi, e non potrò permettersi
l'Hortulus Animae'.
Aprii le orecchie.
'Mio marito esce completamente fuori di testa a volte,'
mi disse Mrs Brindley. ' Dura più o meno una settimana e poco ci manca che
finiamo tutti all'ospizio dei poveri. Questa volta è l'Hortulus Animae. Sa
cos'è? Io no.'
'No,' dissi io, e il prestigio del British Museum
barcollò. Poi mi sovvenne un vago ricordo. 'C'è un codice miniato con quel nome
alla Biblioteca Imperiale di Vienna, o sbaglio?'
'Ci è arrivato al primo colpo,' disse Mr Brindley.
'Moglie, passami quelle noci.'
'Non è che per caso sta per comprarlo?' Dissi ridendo.
'No,' disse. 'Un certo Johnny a Utrecht ne sta
realizzando un facsimile, con tutte le diverse centinaia di miniature a colori.
Sarà la più bella riproduzione mai fatta. Solo settanta cinque copie per
l'Inghilterra.'
'Quanto costa?' Chiesi.
'Beh,' disse, dopo aver guardato sua moglie sua
moglie, 'trentatre sterline.'
'Trentatre STERLINE!' strillò lei. 'Non me lo hai mai
detto.'
'Mia moglie non capirà mai,' disse Mr Brindley, 'che
una completa fiducia tra due esseri umani è impossibile'.
'Uscirò come modista, questo è tutto,' replicò Mrs
Brindley. 'Ricorda, non abbiamo ancora finito di pagare il Dizionario
Biografico Nazionale.'
'Sono contento di essermene dimenticato, altrimenti
non avrei ordinato il Hortulus.'
'Non l'hai ORDINATO?'
'Sì. Sarà qui domani — almeno la prima parte.'
Mrs Brindley si accasciò teatralmente sulla sedia.
'È proprio matto!' si è lamentò con me. 'Proprio
matto. È un caso senza speranza.'
Ma era chiaramente molto orgogliosa di quel pazzo
incurabile.
'Ma allora, tu collezioni libri!' Esclamai, talmente
colpito da tali lussi in una casa modesta da non riuscire a nascondere lo
stupore.
"Pensavi che collezionavo francobolli?"
ribatté il marito. ' No, non sono io collezionista di libri, ma il
nostro medico. Ha alcuni libri, se vuoi. Ma io non farei a cambio con lui; è
troppo appassionato di romanzi alla moda.'
'Guarda che stai sempre da lui' disse la moglie; 'e mi
chiedo cosa io dovrei fare se non fosse per i romanzi del dottore!' Il
medico era evidentemente uno dei suoi favoriti.
'Io non sto sempre da lui,' negò il marito. 'Lo sai
benissimo che non vi vado mai prima di mezzanotte. Ed LUI sa perfettamente che
ci vado solo perché ha il miglior whisky nella città. A proposito, chissà se ha
saputo della morte di Simon Fuge. Ha comprato una delle sue incisioni. Andrò da
lui.'
'Chi è Simon Fuge?' chiese Mrs Brindley.
'Non ti ricordi il vecchio Fuge che gestiva il Blue
Bell a Cauldon?'
'Che cosa? Quel Simon?'
'Sì. Beh, suo figlio.'
'Oh! Mi ricordo. Una volta scappò di casa, vero?, e
sua madre aveva una macchia di porto sulla sua guancia sinistra? Oh,
naturalmente. Me lo ricordo perfettamente. È venuto alle Cinque Città alcuni
anni fa per il funerale di sua zia. Così è morto. Chi te lo ha detto?'
'Mr Loring.'
"Lo conosceva?" Mi guardò.
'Lo conoscevo a malapena,' dissi io. 'l'ho letto sul
giornale'.
'Quale, il Signal?'
'Il Signal è il giornaletto locale,' s'intromise Mr
Brindley. 'No. È nella Gazette.'
«La Gazette di Birmingham?»
'No, splendida creatura — la Gazette,' disse Mr
Brindley.
'Oh!' Sembrava perplessa.
'Non sapevi che era un pittore?' la imbeccò con
sussiego il marito.
'Sapevo che insegnava alla Scuola d'Arte di
Hanbridge,' disse decisa Mrs Brindley. ' Per questo mia madre non mi permise di
andare lì. Poi fu espulso.'
'Povero essere indifeso! Quanti anni aveva?'
'Diciassette anni, credo'.
'Sono molto grato a tua madre.'
'Dove è morto?' Chiese Mrs Brindley.
'A Sanremo,' risposi.' È strano che sia morto a
settembre a Sanremo, non è vero?'
'Perché?'
'Sanremo è un luogo invernale. Nessuno ci va mai prima
di dicembre.'
'Ah, sì?' mormorò soprappensiero la donna. 'Allora
sarebbe stato proprio da Simon Fuge. Io non avevo mai paura di
lui,' aggiunse, con tono provocatorio e una inconseguenza deliziosa che soffocò
il marito nel bel mezzo di un lungo sorso di birra.
'Puoi ridere,' disse lei convinta.
In quello stesso momento si sentirono una serie di
forti suoni di esplosione in strada. Andarono avanti per alcuni secondi come se
fossero proprio fuori alla finestra della sala da pranzo. Poi terminarono, e il
rumore delle carrozze elettriche sferragliante riprese il sopravvento nelle
nostre orecchie.
''Questo è Oliver!', disse Mr Brindley, guardando il
suo orologio. ' Deve averci messo un'ora e mezza per tornare da Manchester. È
un demonio.'
'Bicchiere! Presto!' esclamò Mrs Brindley. Si precipitò
verso la credenza e afferrò un boccale, che Mr Brindley riempì con una seconda
bottiglia di Bass. Quando la porta della stanza si aprì lei stava vicino ad
essa, ridendo, con il bicchiere pieno e schiumoso in mano.
A tall, thin man, rather younger than Mr Brindley and
his wife, entered. Indossava un lungo spolverino e dei gambali, e reggeva con
una grande mano un berretto da automobilista. Nessuno parlava; ma piccoli
sbuffi di risate vinsero tutti gli sforzi di Mrs Brindley di tenere a bada la
sua allegria. Poi il visitatore prese il bicchiere con un sorriso ampio e
smagliante e disse, con uno spiccato e pesante accento delle Midland—
«Al marito di mia moglie!»
E buttò giù il nettare.
'Ti senti meglio ora, vero?' domandò Mrs Brindley.
"Sì, Mrs Bob!" fu la risposta. 'Come va,
Bob?'
'Come va?' rispose il mio opsite laconicamente. E poi
con tono serio: 'Mr Loring — Mr Oliver Colclough — pensa di sapere qualcosa di
musica.'
'Felice di conoscerla, signore,' disse Mr Colclough,
stringendomi la mano. Aveva un sorriso aperto molto accattivante, ma era
talmente lungo e allampanato che sembrava pervadere la stanza della sua
onnipresenza.
'Si segga e prenda del formaggio, Oliver,' disse Mrs
Brindley, mentre lei stessa si sedeva.
' No, grazie, Mrs Bob. E ora di andare a casa.'
Si sporse sulla sua sedia.
"Zuppa inglese, allora?"
"No, grazie."
'Come va la macchina, tutto bene?'
'Tutto liscio Come l'olio. Il motore non si è fermato
neppure una volta.'
'Hai preso la Sinfonia Domestica, Ol?' Chiese Mr
Brindley.
'Non ti ho detto che lo avrei fatto, Bob?'
'Sì, lo hai DETTO.'
"Beh, l'ho presa.'
'A Manchester?'
'Naturalmente'.
La faccia di Mr Brindley brillava di desiderio e la
faccia di Mr Oliver Colclough brillava di trionfo.
'Dov'è?'
'All'ingresso'.
'Il mio ingresso?'
'Sì!'
'Suoniamola, Ol'.
'No, davvero, Bob! Ora non posso rimanere. Ho promesso
a mia moglie —'
'SUONIAMOLA, Ol! Non eri obbligato a fare promesse.
Inoltre, potresti aver bucato!'
'Sono sicuro che ha sentito parlare della Sinfonia
Domestica di Strauss, signor Loring, lì al suo paese?' Mr Colclough si rivolse
a me. Si era arreso al volere del più forte.
'A Londra?' dissi. 'No. Ma ne ho sentito parlare.'
'Bob e io l'abbiamo sentita a Manchester la scorsa
settimana, e abbiamo pensato che ci saremmo divertiti un po' se avessimo
comprato l'arrangiamento per duetto al pianoforte'.
'Venga a sentire,' disse Mr Brindley. 'Sempre che
nessuno voglia altra birra."
IV
Il salotto era circa due volte più grande della sala
da pranzo e conteneva circa quattro volte più mobili. Ance qui c'erano libri
tutto intorno alle pareti. Un pianoforte a coda, ricoperto di spartiti, si
trovava in un angolo e dietro c'era un armadietto pieno di libretti musicali.
Mr Brindley, seduto a un angolo dello sgabello davanti
al pianoforte, tagliò i fogli della Sinfonia Domestica.
'È il diavolo!' osservò.
'Eh sì, ragazzo!' concordò Mr Colclough, in piedi
dietro di lui. «È difficile».
'Andiamo', disse Mr. Brindley, quando ebbe finito di
tagliare.
'Meglio se ti togli lo spolverino, che dici?' Mr
Brindley suggerì all'amico. La moglie e io eravamo una a fianco all'altro su un
divano dall'altra parte della stanza.
'Sì forse è meglio,' ammise Mr Colclough, e gettò il
lungo indumento su una sedia. 'Guarda qui, Bob, ho le mani ricoperte di calli
per la guida.'
'Non trovare difetti nei tuoi strumenti,' disse Mr
Brindley; 'e siediti. No, ragazzo mio, io suonerò la parte princiale. Vai
avanti tu.'
'Voglio suonare la parte princiale perché è la più
facile,' farfugliò Mr Colclough.
'Quante volte ti ho detto che la parte principale non
è mai la più facile? Chi credi che debba tenere assieme i pezzi di questa
sinfonia - tu od io?'
'Scusa se ho parlato.'
Si sistemarono sulla panchina, e Mr Brindley girò
verso l'alto gli angoli bassi di una pagina ogni due dello spartito.
'Ora,' disse. 'Pronto?'
'Facciamola correre,' disse Mr Colclough.
Iniziarono a suonare. E quindi la porta si aprì, e un
domestico, il cui grembriule era così pieno di amido da esssere rigido come il
cartone, entrò portando un vassoio con del caffé e del pessimo liquore, che
posò producendo un tintinnio su un tavolino vicino agli ospiti.
'Maledizione!' borbottò Mr Brindley, e si fermò.
'Lavita è molto comlicata, verò Bob?' Mr Colclough
farfugliò.
'Certo, ragazzo.' L'ospite si guardò attorno e si
assicurò che il tintinnante domestico se ne fosse andato via. 'Ora ricominica.'
'Aspetta un momento, aspetta un momento!' gridò
concitata Mrs Brindley. 'Sto versando del caffè a Mr Loring. Ecco qui!' Mi
passò la tazza e bisbigliò, 'Non osiamo parlare. Altrimenti rischiamo di
perdere il posto.'
L'esibizione della sinfonia continuò. Per me, che non
sono un esperto, sembrò eccessivamente brillante e incomprensibile. Mr
Colclough allungò la mano destra per girare la pagina, e gli rimase attaccata
al dito. Un'altra pausa.
'Maledizione, Ol!' sbottò Mr Brindley. 'Vorrei che non
ti facessi prendere dall'agitazione'
Fai girare a me. Ci vuole un grande artista per sfogliare, e tu sei solo
un povero autista. Ricominciamo.'
'Mi cospargo il capo di cenere!' mormorò Mr Colclough.
Non saprei dire quanto fosse lunga la sinfonia; ma
ebbi l'impressione che fosse estremamente lunga. A metà dell'esibizione tutti e
due i musicisti si tolsero le giacche. Non ci furono altre interruzioni.
'Che ne pensi, Bob?' chiese Mr Colclough nello strano
silenziò che regnava dopo che avevano finito. Erano in piedi e si stavano
mettendo le giacche e si asciugavano il viso.
'Penso quello he pensavo prima,' disse Mr Brindley.
'E' infantile.'
'Non è infantile,' protestò l'altro. 'E' brutto, ma
non è infantile.'
'É infantilmente ingegnoso,' Mr Brindley corresse la descrizione. Non
chiese la mia opinione.
'Il caffé si è fatto freddo,' disse Mrs Brindley.
'Non voglio caffé. Dammi del Chartreuse, per favore.
Vuoi un goccio di verde, Ol?'
'Preferisco del seltz ghiacciato, è più vicino ai miei
gusti. Inoltre, tra poco ceno. Ma dai, me dia un goccio, donna, Non ho mai provato lo Chartreuse come
aperitivo.'
A quel punto iniziò un conflitto sanguinario di
volontà per stabilire se anche io dovessi o meno lasciarmi tentare dallo
Charteuse verde. Fui sconfitto. Oltre allo Chartreuse, accettai un sigaro. Mai
prima o dopo sono stato un tale BELLIMBUSTO.
'Lo devo appendere,' disse Mr Colclough, sollevando lo
spolverino.
'No, non ancora,' disse Mr brindley. 'Devo liberarmi
la bocca dal sapore di qulello Strauss infernale. Suoniamo il primo movimento
in G minore? La-la-la—la-la-la—la-la-la-ta.' Fischiettò un brano.
Mr Colclough obbediente si sedette di nuovo al piano.
Mozart fu come un idillio dopo un melodramma farsesco.
Suonarono con grazia sorprendente. Durante la seconda parte del movimento
sentii Mr Brindely respirare regolarmente e pesantemente con il naso, proprio
come se fosse sotto ipnosi. Ebbi una sensazione di formicolio nella parte bassa
della schiena, un sicuro segno di emozione in me. L'atmosfera era cambiata.
'Che cosa paradisiaca!' Esclamai con entusiasmo,
quando ebbero finito.
Mr Brindley mi guardò intensamente, e si limitò ad
annuire in silenzio. Bhe, buona notte, Ol.'
'DIco,' disse Mr Colclough; ''se non hai niente da
fare più tardi, porta Mr Loring da me. Ci viene, Mr Loring? Dai! Ci prendiamo
qualcosa da bere.'
Questa gente delle Cinque Città avevano certamente un
modo semplice, sincero di offrire ospitalità che era piuttosto irresistibile.
Si poteva dire che l'ospitalità era tra i loro principali e più intensi
piaceri.
Andammo tutti alla porta d'ingresso a vedere Mr
Colclough andarse a casa con la sua automobile. I due grandi fanali
all'acetilene proiettarono lunghi fasci abbaglianti di luce lungo la stradina
di casa. Mr Colclough, dopo avere lanciato lo spartito della Sinfonia Domestica
nel portabagagli della enorme automobile, si mise i guanti e girò attorno alla
macchina, tastando qui, strofinando lì, come piace fare ai piloti. Poi si piegò
sulla parte anteriore per avviare il motore.
'A proposito, Ol,' gridò Mr Brindley dalla sogli
d'ingresso, 'sembra che Simon Fuge sia morto.'
Vedevamo la sagoma incurvata dell'uomo tra i due
fanali. Girò la testa verso la casa.
'Chi THE DAGGER è SImon Fuge?' domandò. '
'Oh! Credevo che lo conoscessi.'
'Forse sì, forse no. Non è mica uno di quei fratelli
Fuge che fabbricano CASSETTE REFRATTARIE s Longshaw?
'No, è—'
Mr Colclough era riuscito ad avviare il motore, e
l'aria risuonò di fragoroso schioppettio. Balzò con agilità sul posto del
guidatore.
'Bene, ci vediamo dopo,' urlò, e si allontanò,
convincendo l'enorme bestia sotto di lui a tracciare un semicerchio nella
stretta strada facendo marcia indietro, accelerando in avanti, e ancora
indietro, accompagnato dalla continua scarica di fucilate. Alla fine se ne andò, frenò a mezzo metro da
un tram elettrico che scorreva
sobbalzando lungo il corso principale, e si perse di vista girato
l'angolo. Un ragazzino vestito di
stracci passò, urlando, 'il Signal, edizione straordinaria,' e Mr Brindley gli
fece un cenno.
'Cosa È Mr Colcolugh? Chiesi io nel salotto.
'Industriale—produce sanitari,' disse Mr Brindley. 'Ha
una delle migliori aziende di Hanbridge.
Vorrei avere metà del suo reddito. Non compra mai un libro, sai.'
'Sembra che suoni il pianoforte molto bene.'
'Bhe, se è per questo, lui non fa ciò che potresti
definire SUONARE, ma è il miglior SUONATORE A PRIMA VISTA di questa zona, a
parte me. Non ho mai consociuto uno come lui. Quando incontri qualcuno che sa
leggere una cosa come la Sinfonia Domestica su due piedi e mai perde il segno,
mandami un telegramma. Colclough ha uno
Steinway. Vorrei averlo io.'
Mrs Brindley stava sfogliando il Signal.
'Non vedo niente su Simon Fuge qui,' disse.
'Oh, non è possibile!' disse suo marito. 'Buchanan
deve averci messo sicuramente qualcosa. Guardiamo.'
Prese il giornale dalla moglie, ma non riuscì a
scovare una parola a proposito della morte di Simon Fuge.
'Mi venisse un colpo se non faccio una telefonata a
Buchanan per chiedergli cosa ha in mente! Ecco un giornale con un monopolio
totale nella zona, e che frutta circa cinquemila all'anno netti a qualcuno, e
non dà le notizie. Non c'è mai niente se non pubblicità e i risultati delle
partite in quella benedetta cosa.'
Si precipitò al telefono, che era nell'ingresso. O
meglio, non si precipitò; ci andò con velocità insolita, con passo bellicoso
che sembrava simbolizzare giusta punizione. Lo sentivamo parlare al telefono.
'Ciao! No. Sì. Sei tu, Buchanan? Bene, io voglio Mr
Buchanan. Sei tu, Buchanan? Sì, tutto bene. Perché diavolo non hai pubblicato
niente stasera sulla morte di Simon Fuge? Eh? Sì, la Gazette. Bhe, Suppongo che
non sei scozzese per niente. Perché diavolo non potevi rimanere in Scozia e
pubblicare giornali lì?' Poi una risata. 'Capisco. Sì. Cosa ne pensi di quei
sigari? Oh! Ci vediamo alla cena. Ta-ta.' Uno squillo finale.
'La reale verità è che voleva qualche consiglio sul
tenore del suo necrologio,' disse Mr Brindley, tornando nel salotto. 'Lo ha
avuto, a quanto pare. DIce che lo sta scrivendo ora, per domani. Non ha messo
la semplice notizia della morte, perché era un'esclusica della Gazette, e
recentemente ha avuto dei problemi con la Gazette. Come dice lui, domani
pomeriggio sarà ancora abbastanza presto per le Cinque Città. Non è che Simon
Fuge fosse come una partita di cricket. Così ora vede come funzionano le cose,
Mr Loring.'
Si sedette al pianoforte e cominciò a suonare adagio
il motivo del Castello dall'Anello del Nibelungo. Continuò a ripeterlo con chiavi differenti.
'Moglie, che mi dici degli orecchioni?' chiese a Mrs
Brindley, che era stata fuori dalla stanza ed era in quel momento tornata.
'Oh! Non credo che siano orecchioni,' rispose lei.
'Stanno tutti dormendo.'
'Bene!' mormorò lui, mentre ancora suonava il motivo
del Castello.
'Parlando di Simon Fuge,' dissi io intenzionato a
soddisfare la curiosità, 'chi ERANO le due sorelle?'
'Quali due sorelle?'
'Quelle con le quali lui passò la notte in barca, sul
lago Ilam.'
'Era sulla Gazette? Non ho letto tutto l'articolo.'
All'improvviso cambiò musica e suonò il motivo della
Spada, cosa che fece in maniera ostentatamente vigorosa, e poi lasciò il
pianoforte. 'Ti prego di non svegliare i miei bambini,' disse sua moglie.
'I tuoi bambini devono abituarsi al mio pianoforte,'
disse lui. 'Ora, dunque, cosa dicevamo su quelle due sorelle?"
Tirai fuori la Gazette dalla tasca e gliela passai.
Lui lesse ad alta voce il passaggio che descriveva la notte magica sul lago.
'Ionon so chi fossero,' disse. 'Probabilmente
qualcosa di gustoso dell'Hanbridge Empire.
Entrambi osservammo un accennato, divertito sorriso
sul volto di Mrs Brindley, il sorriso di una donna che scopre improvvisamente
nella sua mente un pezzo di conoscenza rara e stuzzicante.
'Io ho un'idea di chi fossero,' disse. 'Anzi, ne sono
certo.'
'Chi?'
'Annie Brett e—tu sai chi.'
'Cosa, giù al Tiger?'
'Certo. Zitti!' Mrs Brindley corse alla porta e,
aprendola, ascoltò. L'indistinto urlo piagnucoloso urlo di bambino arrivò fino
a noi. 'Ecco! Ci sei riuscito! Te lo
avevo detto!'
Sparì. Mr Brindley fischiettava.
'E chi è Annie Brett?' Domandai.
'Guardi qui,' disse lui, con una particolare
inflessione. 'Vorrebbe vederla?'
'Devo farlo,' dissi io con decisione.
'Bene, allora andiamo. Andiamo giù al Tiger a farci un
bicchierino.'
'E l'altra sorella?' chiesi.
'L'altra sorella è Mrs Oliver Colclough,' rispose.
'Curioso, non le pare?
Di nuovo ci fu quel rapido, appena percettibile
fenomeno nei suoi occhi.
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